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Risoluzione di un’assemblea di donne russe di religione musulmana

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Uno straordinario documento storico, riguardante un documento votato da un’assemblea di donne russe di religione musulmana. La risoluzione dovrebbe risalire al primo decennio del ’900, durante la rivoluzione russa.
Un aspetto molto importante, attestante l’aspetto innovativo del documento, riguarda il punto 10, nel quale l’assemblea chiede l’abrogazione del Kalym. Si tratta di un istituto con il quale il genitore vendeva, dietro corrispettivo, la propria figlia. Ad esempio nelle regioni dell’Asia centrale, il costo di una donna quantificato dal kalym andava dai 300 ai 6 mila rubli.

Tale pratica nasceva dalla considerazione, da parte della famiglia, della donna come un peso, come una bocca in più da sfamare. Nonostante nel 1928 vennero introdotte nuove norme sul matrimonio, con l’approvazione del Codice delle leggi sul matrimonio (Uxbekistan, Tadzikistan) in molte altre regioni sovietiche il kalym era ancora alla base di molti contratti matrimoniali.(1)

1. Secondo i comandamenti del Corano, gli uomini e le donne sono pari.

2. Nei testi sacri, le donne hanno in misura uguale agli uomini il diritto di partecipare agli affari politici e sociali; il loro diritto al voto e quindi conforme alle Sacre Scritture.

3. Nel Corano non si fa cenno ad una clausura delle donne

4. Rimanendo inteso che il pieno sviluppo delle nazioni e strettamente legato all’uguaglianza cli tutti, comprese le donne, nella nazione. L’assemblea chiede che le donne musulmane abbiano gli stessi diritti politici degli uomini. Esse godranno lo stesso diritto elettorale degli uomini e saranno eleggibili all’Assemblea costituente.

6. Dato che tra i musulmani della Russia si pratica la vendita delle figlie ed il matrimonio dei ñgli senza il consenso delle parti, e che questo conduce alla discordia fra gli sposi e ad una situazione penosa per i figli.

L’assemblea chiede che, per il bene delle future generazioni, il fidanzato e la fidanzata debbano essere presenti durante la cerimonia nuziale.

7. Quando sorgono disaccordi fra marito e moglie e quando la moglie desidera divorziare, il marito spesso la costringe con la forza a rimanere. Tale costrizione è indegna e compromette gravemente la
educazione dei figli. L’assemblea, dovendo garantire i diritti della donna e le migliori condizioni di educazione per le generazioni future, chiede che il diritto di divorzio per la donna, in caso di disaccordo coniugale, sia compreso nel contratto matrimoniale, al momento della sua stipulazione.

8. Nel Caucaso, nel Turkestan e nel Kazakhistan le ragazze di undici o dodici anni vengono date come spose. Un matrimonio tanto precoce rovina il corpo femminile ed ha come conseguenza la morte prematura delle donne, la nascita di bimbi di salute cagionevole e la degenerazione della nazione; l’assemblea chiede quindi che in Russia fanciulle di età inferiore ai sedici anni non possano sposarsi.

10. Raccomanda agli sposi di passare una visita medica pre-nuziale.

11. Nel Kazakhistan, i padri vendono le loro figlie quando sono ancora molto giovani (Kalym) … Questo kalym è del tutto differente dalla dote (regalo di matrimonio) che viene data alla sposa, mentre il kalym viene dato al padre. In altri termini il kalym è un regalo che si dà al padre come prezzo della figlia. Per salvaguardare i diritti della donna kirghisa”. L’assemblea chiede di sopprimere il kalym.

12. Diverse circostanze spingono le donne sulla strada della prostituzione. In seguito alcune di loro cercano di ritrovare la libertà ma la regolamentazione della prostituzione le priva del rispetto degli altri e rende pubblico il loro obbrobrio. L’assemblea chiede quindi l’abolizione delle case di tolleranza e delle leggi sulla prostituzione.

Il documento è tratto da “La révolution russe de 1917″ di M. Ferro, Parigi, 1967

1. per approfondire:
“Donne e povertà nella Russia di El’cin: l’era della transizione liberale”, Cristina Carpinelli, 2004, Franco Angeli, Milano.


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